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Nonostante non tutti ne siano a conoscenza, l’adeguamento ISTAT viene applicato anche ai contratti di trasporto: quanto incide sui costi aziendali?

L’adeguamento ISTAT è certamente tra le voci più abusate dai fornitori.

Come avrai anche tu notato, a gennaio le tariffe dei corrieri aumentano: tra le voci che compaiono in fattura c’è anche l’adeguamento ISTAT. Di che cosa si tratta?

Probabilmente tutti noi ne avremmo sentito parlare, ma solo in pochi hanno un’idea precisa di cosa sia e soprattutto di quanto incida sui contratti di trasporto stipulati dalle aziende.

Se non è la tua prima volta sulle pagine di Farsi Strada, sarai già consapevole che il nostro obiettivo è fornirti tutti quegli strumenti e competenze per affrontare al meglio le varie situazioni in cui potrai imbatterti nel mondo dei trasporti.

La prima parte di questo articolo, seppur breve, potrebbe risultarti noiosa, in quanto si parla di definizioni, di norme, di indici. Tuttavia, ti suggeriamo di proseguire con la lettura: tutte le informazioni contenute nelle prossime righe saranno utili nel tuo percorso di trasformazione in un leader sicuro e competente.

Che cos’è l’Istat?

L’Istituto nazionale di statistica (Istat) è un ente di ricerca pubblico italiano.

Le sue attività comprendono:

In sintesi, l’ISTAT è un istituto nazionale che effettua rilevazioni e indagini.

Qual è la correlazione tra l’Istat ed il mondo dei trasporti?

Prima di rispondere a questa domanda facciamo un mezzo passo indietro e cerchiamo di comprendere cos’è il Paniere ISTAT, di cui sentiamo tanto parlare verso la fine di ogni anno.

Sui manuali di economia troveremo la seguente definizione In statistica economica, il paniere, o paniere di consumo, è un insieme di beni e servizi che sono rappresentativi degli effettivi consumi delle famiglie in uno specifico anno. I beni e servizi componenti un paniere, ponderati ciascuno secondo un peso proporzionale al grado di importanza che il prodotto rappresenta nell’ambito dell’intero paniere (e quindi in quello dei consumi della collettività), costituiscono la base per il calcolo degli indici dei prezzi. Il grado d’importanza dei beni e servizi all’interno del paniere è collegato alla quantità ed alla frequenza di acquisto del bene o servizio stesso».

Cerchiamo di rendere il tutto più comprensibile. Prova ad immaginare il Paniere ISTAT come un cesto di vimini contenente tutti quei beni e servizi di cui godiamo quotidianamente noi cittadini. Al suo interno possiamo trovare beni come il pane, gli indumenti o il computer, così come servizi, quali i trasporti pubblici, l’assicurazione auto ed i pedaggi autostradali.

In questo grande cesto quindi avremo tanti beni e tanti servizi quante sono le abitudini di consumo dei cittadini. Ad esempio: quest’anno gli italiani hanno speso il doppio per acquistare pane piuttosto che un computer? Di conseguenza nel Paniere ISTAT troveremo più pane che computer.

Ogni bene e servizio ha un prezzo. I loro valori sono utilizzati per effettuare una media ponderata, ovvero viene considerato sia il prezzo che la quantità del bene/servizio presente nel cesto per ottenere così la cifra di spesa media dalla quale si deduce l’indice dei prezzi.

L’Istat rileva diversi indici dei prezzi, tra cui il NIC (l’indice nazionale dei prezzi a consumo), che, come osserveremo nel prossimo paragrafo, influisce in maniera determinante anche nel settore dei trasporti.

Come viene calcolato il NIC?

Il NIC è l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale sul quale, attraverso vari e complessi calcoli, si misura in percentuale la famosissima inflazione dell’intero sistema economico italiano.

Osserviamo un esempio pratico. Se il NIC fosse aumentato quest’anno dell’1,2% i cittadini dovrebbero spendere più soldi per acquistare la stessa quantità di beni e servizi. L’aumento generalizzato dei prezzi corrisponde alla cosiddetta inflazione, che nel caso appena citato si attesterebbe all’1,2%.

Tale percentuale viene considerata dal governo come parametro di riferimento per l’attuazione delle politiche economiche.

Come l’inflazione influisce sui trasporti?

I fornitori di trasporto quando inviano una proposta tariffaria o un contratto al proprio cliente, includono al loro interno una voce che fa proprio riferimento all’adeguamento automatico ISTAT.

Questa indica che i prezzi previsti dal contratto, la cosiddetta “tariffa concordata”, saranno soggetti ad aumento in funzione dell’adeguamento Istat ufficializzato dal governo. Tornando all’esempio precedente, quindi se l’inflazione cresce dell’1,2% anche la tariffa proposta dal corriere crescerà in ugual misura e, di conseguenza, anche i costi di trasporto.

Nel momento in cui si sottoscrive un contratto con il fornitore comprendente l’adeguamento Istat, l’aumento delle tariffe avverrà automaticamente attraverso il tacito assenso.

Definire giusta o sbagliata la presenza di questa voce nei contratti può anche essere argomento di discussione, tuttavia si tratta di una diatriba priva di un vincitore.

I comportamenti di un’azienda riguardo l’adeguamento Istat

Ogni azienda, di fronte un listino prezzi di un fornitore di trasporto contenente l’adeguamento ISTAT, può optare per tre diverse tipologie di comportamento:

  1. applicare il meccanismo di adeguamento ISTAT sui contratti rivolti ai clienti per far sì che l’incremento dei costi di trasporto non abbia una ripercussione significativa;
  2. aumentare i prezzi dei propri prodotti in vendita, magari anche oltre la percentuale Istat, in maniera tale da compensare con un buon margine di guadagno l’aumento dei prezzi del trasporto;
  3. non applica sui contratti con la propria clientela l’adeguamento Istat e quindi non riesce a riequilibrare i rincari imposti dai fornitori. In questo caso l’unica via percorribile è richiedere al fornitore condizioni di trasporto che escludano dal contratto gli aumenti collegati all’inflazione.

Ricordati peraltro che l’adeguamento Istat pesa nel conto economico dell’azienda non solo sulla voce trasporti, ma su molteplici altri aspetti legati alla gestione dell’impresa, tra i quali i servizi di cui beneficia l’azienda stessa ed anche le materie prime.

Puoi cercare di importi sul fornitore per evitare che questo inserisca la voce di costo nel contratto. Tuttavia, ogni anno il rappresentante della società di trasporto ti chiederà un incontro per poter discutere proprio dell’adeguamento ISTAT.

È importante prestare attenzione anche a come quest’ultimo viene applicato nei tariffari relativi ai costi di trasporto. Infatti, l’adeguamento non deve intaccare le voci accessorie del contratto, ma solo ciò che è direttamente riconducibile al trasporto. Per quale motivo, il supplemento supermercati, la commissione sul contrassegno, il supplemento per le consegne su appuntamento, la consegna ai piani, le giacenze ed il diritto fisso dovrebbero vedere il loro importo incrementarsi della percentuale Istat?  

Perché è importante imporsi?

Piuttosto che subire l’adeguamento Istat in maniera tacita è sempre meglio aprire una negoziazione con il fornitore e tentare di imporre la propria visione. In questo modo sarai tu a decidere se concedere o meno questo aumento e soprattutto se permettere che sia del 100% o in misura minore.

La scelta sarà direttamente proporzionale alla politica commerciale che la tua azienda adotterà con i propri clienti. Pensi di introdurre aumenti rivolti a tutti i tuoi clienti? Allora, avrai probabilmente la possibilità di aprire i cordoni della borsa e concedere parzialmente o totalmente l’aumento richiesto dal tuo fornitore.

Al contrario, la tua azienda non può aumentare i prezzi dei prodotti offerti? Non ti resta che aprire la trattativa con il commerciale e decidere di quanto alzare l’asticella della tensione.

Sei in grado di opporti all’adeguamento ISTAT anche davanti alla minaccia del fornitore di interrompere il servizio nei confronti della tua azienda? Sei pronto ad affrontare tutte le difficoltà insite nella ricerca di un nuovo fornitore?

Qualunque livello di scontro verrà raggiunto, sarai in qualche modo sempre tu a condurre il gioco. Indubbiamente, sarai in una posizione di vantaggio rispetto ad una tacita accettazione degli aumenti correlati all’adeguamento Istat.

Concludiamo quest’articolo regalandoti una citazione presa in prestito da Henry Ford e che ben si adatta al contesto appena discusso:

“Che tu creda di farcela o di non farcela, avrai comunque ragione” Henry Ford

 

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