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Sai quanto incidono i costi di giacenza sul totale della spesa trasporti di un’azienda? Tra il 3% e il 5% di media.

Sai che per molte aziende questa percentuale raggiunge anche picchi del 7-8%, sul totale della spesa sostenuta!

Questa fotografia nuda e cruda, ci offre lo spunto per riflettere e analizzare i motivi per i quali un’azienda si ritrova ad accettare una percentuale di spesa cosi significativa.

Stupisce infatti come aziende che combattono quotidianamente la loro battaglia di riduzione dei costi e aumento degli utili, “lascino passare” – più o meno consapevolmente – costi che di fatto indeboliscono la loro azione e minano i loro obiettivi.

L’aspetto più preoccupante è che non si tratta solo di qualche sporadica realtà imprenditoriale, magari in ambiti prettamente di nicchia, ma di numeri ben più ampi.

La realtà è che il 94% delle aziende che utilizzano i corrieri per il recapito delle loro merci:

  • non sa come monitorare questo costo o semplicemente ne sottovaluta l’impatto,
  • non ha un’idea precisa di come viene calcolato,
  • non ha gli strumenti per prevederlo sin dalla creazione dell’ordine,
  • non ha le competenze per negoziarlo allo scopo di ridurlo o eliminarlo definitivamente.  

Anche tu e la tua azienda fate parte di quel 94% di imprese che annoverano una o più di queste difficoltà?

Non preoccuparti perché in questo articolo ti fornirò sufficienti indicazioni per ribaltare questa vostra situazione, cosi da rendervi consapevoli e in grado di gestire in maniera più appropriata questo costo.

Prima di affrontare la questione economica, credo sia opportuno soffermarci brevemente sugli aspetti che caratterizzano la gestione operativa di una giacenza.

Cos’è una giacenza nel mondo dei trasporti?   

Viene chiamata dai corrieri giacenza, quella condizione o quello stato in cui si trova la tua merce in seguito ad un mancato recapito al destinatario.

Quando la tua merce viene considerata in giacenza?

Il corriere in fase di consegna può riscontrare degli impedimenti, tra i quali i più frequenti sono:

  • l’indirizzo del destinatario sconosciuto o errato,
  • il rifiuto della merce da parte del destinatario,
  • l’avaria grave della merce che rende impossibile la consegna,
  • il destinatario irreperibile dopo uno o più tentativi di consegna.

Al verificarsi di uno dei casi appena citati, la merce ritorna nel magazzino del corriere e viene posta fisicamente in “giacenza”, ossia in uno spazio dedicato, insieme ad altre spedizioni che presentano il medesimo stato.

Come vieni avvisato della giacenza dal tuo corriere?

Il fornitore, la sera stessa del rientro della merce o la mattina successiva, provvede all’aggiornamento del dato nel proprio sistema informatico, procedendo con quella che tecnicamente è chiamata “apertura della giacenza”.

Eseguito questo passaggio, il corriere comunica la giacenza a te mittente con un “avviso di giacenza”.

Attenzione: ad oggi sono ancora molti i clienti che accettano comunicazioni di “avviso di giacenza” via fax o posta, ma questo allunga i tempi di recapito e con essi i tempi di permanenza della merce in giacenza ed i relativi costi.

Cosa devi fare nel momento in cui ricevi la comunicazione di “avviso di giacenza”?

Innanzitutto è importante che la gestione di questa comunicazione risulti – da parte tua – la più efficace e veloce possibile, questo principalmente per 2 motivi:

  1. più tempo passa, più aumentano i costi di giacenza che il corriere ti fatturerà,
  2. il tuo destinatario è in attesa della merce e nessuno gli ha ancora comunicato l’inconveniente.

In base alla motivazione riportata nell’avviso di giacenza che avrai ricevuto dal corriere, procederai con le opportune verifiche.

Ad esempio:

Il fornitore ti ha comunicato che l’indirizzo del destinatario è sconosciuto?

Provvederai a verificarlo prima nell’anagrafica cliente presente nel tuo gestionale, per capire se c’è stato un errore di trascrizione, poi proseguirai eventualmente con una veloce ricerca su internet ed infine, qualora tu non sia riuscito a risolvere l’enigma, chiamerai il destinatario per approfondire.

Ottenuto il risultato delle tue verifiche, risponderai al fornitore indicandogli espressamente come deve agire.

E’ sempre opportuno inviare questo tuo riscontro in forma scritta quindi email o fax.

Come si comporta il corriere quando riceve la tua risposta con le disposizioni su come procedere?  

Il fornitore provvederà allo sblocco informatico della giacenza e riposizionerà fisicamente la merce in magazzino in una zona di smistamento, affinché la stessa possa esser lavorata nuovamente seguendo le tue indicazioni.

Attenzione: per quanto tu sia così veloce nel rispondere al fornitore, la merce difficilmente verrà sbloccata e consegnata il giorno successivo all’avviso di giacenza.

L’apertura della giacenza e la comunicazione della stessa al mittente, vengono eseguite generalmente entro la sera (giorno A) mentre la lavorazione delle risposte dei clienti e lo sblocco della giacenza stessa, vengono effettuati il giorno successivo (giorno B), ed infine solo il terzo giorno, la merce viene lavorata e messa in consegna sulla base delle nuove indicazioni (giorno C).

Chiariti gli aspetti operativi di base, entriamo ora in merito all’aspetto economico e tariffario con i relativi accorgimenti da adottare.

Come viene proposta la voce giacenza nelle tariffe dei corrieri?

Questa voce di costo si trova solitamente nella parte finale dell’offerta, spesso è anche l’ultima prima delle condizioni di pagamento, oppure in qualche altro caso la si può trovare “mischiata” con altre voci di spesa.

Solitamente presenta una struttura articolata, ossia non è composta da una sola riga e una sola cifra ma raggruppa una serie di specifiche voci di costo, che possono essere presenti o meno a seconda del fornitore scelto.

Ritengo pertanto utile presentarti la soluzione più completa che il mercato può proporti, in modo che tu sia preparato su tutte le voci di costo possibili.

Come avrai capito il costo della giacenza è solitamente la somma di più voci.

Provvederò di seguito a scomporle in modo da fornirti per ciascuna importanti informazioni, allo scopo di stimolare una sana riflessione:

1. Giacenza o Dossier: può essere specificato in un modo o nell’altro ma la sostanza è sempre la stessa.

Il costo attribuito a questa voce viene fatturato ad ogni apertura di giacenza.

Questa voce di spesa è considerata dal corriere come una sorta di rimborso per i costi amministrativi ed in alcuni casi anche operativi, che lo stesso deve sostenere per la gestione della pratica di giacenza.

Ipotizziamo ad esempio che il costo di giacenza o dossier indicato sulla tua offerta sia pari a 10€.
Supponiamo che la tua spedizione – al momento della consegna – venga respinta dal destinatario. A quel punto la merce rientrerà nel magazzino del corriere, il quale provvederà all’apertura della giacenza addebitandoti 10€.

Immaginiamo infine che tu provveda allo sblocco della giacenza fornendo al corriere le indicazioni per ritornare in consegna allo stesso indirizzo. Se la spedizione dovesse esser nuovamente respinta dal destinatario e “finire” per la seconda volta in giacenza, il fornitore ti addebiterebbe un ulteriore costo di apertura giacenza per un totale di spesa di 20 euro.

2. Spese di riconsegna, in città o provincia: nel momento in cui chiedi al tuo fornitore di sbloccare la giacenza per ritornare in consegna – oltre al costo di giacenza o dossier – dovrai sostenere anche un costo per la riconsegna al destinatario.

Questo onere solitamente varia a seconda della dislocazione geografica del ricevente ossia se si trova in città o in provincia. Il prezzo della riconsegna in città dovrebbe sempre essere inferiore rispetto a quello della provincia.

Attenzione che questa spesa deve essere decisamente inferiore rispetto al costo che devi sostenere per l’intera tratta.

Mi spiego meglio:

Se la tua spedizione di 5kg viaggia da Milano a Firenze per una cifra secondo contratto di 7 euro, il tuo costo di riconsegna dalla filiale di Firenze – dove la merce è in giacenza – al cliente finale, dovrà essere proporzionato alla breve tratta.

Una cifra equa in questo caso può essere 3-3,5 euro, se consideriamo sia il costo che deve sostenere il fornitore per pagare in tutta regolarità il servizio offerto dall’autista o la società che lo gestisce, sia il numero medio di consegne giornaliere che quest’ultimo effettua (i costi legati all’operatività e all’amministrazione sostenuti dal corriere non li conteggio, visto che dovrebbero esser già contemplati nelle spese dossier).

Nota bene che queste voci di spesa di riconsegna, spesso annoverano una postilla che spesso sfugge anche ai più attenti ossia “…a q.le indivisibile” (quintale indivisibile).

Questo significa che il costo di riconsegna proposto in tariffa, sia esso di città o provincia, vale di 100kg in 100kg.

Questo concetto stimola due considerazioni ossia:

  1. che la tua spedizione pesi 1kg o 100kg tu pagherai sempre la stessa cifra per la riconsegna.
  2. se la tua spedizione pesa più di 100kg, tu pagherai quella cifra per il numero di quintali corrispondenti al suo peso.  

Esempio: il costo di riconsegna proposto in tariffa è pari a 7 euro e la tua spedizione pesa 150kg. I 150kg vengono arrotondati a 200kg che equivalgono a 2 q.li e quindi tu pagherai 7€x2=14€.

3. Spese di sosta: questo costo, solitamente indicato in centesimi (es. 0,60€), è direttamente correlato con i giorni di sosta – ossia di deposito – della tua merce nello spazio “giacenza” del magazzino del fornitore, in attesa di una tua risposta al loro avviso.   

Se la tua spedizione sosta in giacenza per 5 giorni, pagherai considerando la cifra ipotetica sopraccitata: 5 gg x 0,60€ = 3,0 euro.

Questo costo di sosta si somma ovviamente ai 2 precedentemente descritti relativi al dossier e alla riconsegna.

Attenzione: anche in questo caso ci sono alcuni aspetti da non sottovalutare e questi sono:

  • Il valore di questa voce di costo può essere anch’esso condizionato da quel “q.le indivisibile” visto nella riconsegna; pertanto per il suo calcolo vale quanto già detto nel punto precedente,
  • Il fornitore potrebbe presentarti una tariffa nella quale la voce “spese di sosta” risulta gravata da ulteriori specifiche; costi che ovviamente andrebbero ad appesantire l’onere da sostenere,
    Nell’offerta infatti potrebbe essere indicata una soglia di giorni, entro i quali vale quella spesa di sosta. Ciò significherebbe che oltre quella soglia si deve considerare un altro prezzo, 
    Es. 0,60€ a q.le al giorno fino a 4° giorno e poi dai gg successivi 0,80€ al giorno,
  • Nell’offerta può essere specificato anche un costo di sosta minimo. Ad esempio il fornitore può indicare 4€ di minimo. In questo caso ti troverai a pagare sempre almeno 4€ di sosta, indipendentemente dalla tua velocità di risposta e quindi dai tempi di permanenza della tua merce, nel magazzino giacenza del tuo fornitore.

Ora per riassumere le informazioni fornite relativamente alla voce “spese di sosta”, ti riporto un esempio completo nella speranza di chiarire ogni eventuale tuo dubbio.

Ipotizziamo che nella proposta ricevuta dal tuo fornitore siano riportati i seguenti importi:  

              Spesa di sosta a q.le: 0,60€ per i primi 4 giorni.

              Spesa di sosta a q.le: 0,80€ per i successivi giorni (quindi dal 5° in poi).

              Costo minimo: 4€

              Considerando i valori appena citati, immaginiamo che la tua spedizione di 10kg rimanga in giacenza solo 2 giorni.

              La spesa che dovrai sostenere sarà:

              0,60€ x 2gg= 1,2€

              (..ma avendo un minimo di 4€…)

              Il totale che dovrai pagare sarà di 4€

              (pagherai quindi la soglia minima prevista da contratto anche se la sosta è stata di soli 2gg).

              Consideriamo ora che la tua spedizione, sempre di 10kg, rimanga giacenza per 9 giorni.

              La spesa che dovrai sostenere sarà:

              0,60€ x 4gg= 2,4€

              0,80€ x 5gg= 4,0€

              Il totale che dovrai pagare sarà di 6,4€

              (avendo superato il minimo di 4€, pagherai l’importo indicato).

Attenzione: il tuo fornitore conteggia come giorni di giacenza da addebitarti anche il sabato e la domenica. 
Questo ti penalizza in particolar modo nei casi di giacenze aperte il venerdì, perché il weekend è di fatto conteggiato come sosta, ma per te e per il tuo fornitore non sono giorni lavorativi nei quali potete relazionarvi per sbloccarle velocemente, riducendo così i costi e consentire l’uscita in consegna  della merce già il lunedì successivo.

 4. Il rapporto peso volume (RPV) nella voce giacenza:  ti sembrerà forse strano ma molti fornitori includono questo parametro anche nella voce giacenze e questa loro decisione – per te cliente – non è per nulla banale.

Innanzitutto devi sapere che il valore di questo RPV non è necessariamente eguagliabile a quello che ti è stato indicato nella prima parte della tariffa, ossia nel nolo quindi nel trasporto.

Potresti infatti avere nel trasporto un RPV 1/200 e nelle giacenze 1/300 o persino non avere questo parametro nelle tariffe ed averlo invece nella voce giacenza.

Oltre a ciò, la presenza di questo valore di riferimento può generare un’impennata dei costi di giacenza e questo può essere un problema per te e la tua azienda.

Vediamo perché:

Ipotizziamo che la tariffa proposta dal tuo fornitore indichi nella voce riconsegna 7€ a “q.le indivisibile” e nella voce giacenze un RPV 1/300.

Supponiamo infine che la tua spedizione sia composta da un piccolo bancale di 40kg, con un volume di 0,576m3 (80x120x60).

Ciò che avviene in questo caso è l’entrata in gioco del RPV che genera un peso tassabile di 172,8kg (0,576×300).

A questo punto tu non pagherai più 7€ ma 14€ ossia 7 euro per q.le.

I 172,8 kg infatti si arrotondano a 200kg quindi 2 q.li.

5. Rientro giorni convenuti: è il numero massimo di giorni che una spedizione può rimanere in giacenza senza che questa venga mai risolta e quindi sbloccata. Trascorso questa soglia di giorni, la spedizione ritorna automaticamente al mittente, a sue spese, senza alcuna comunicazione ulteriore. Solitamente le proposte dei fornitori riportano dai 10 ai 15gg di rientro convenuto.

6. Giorni di Franchigia: molti fornitori hanno la possibilità di elaborare proposte che contengano nella voce giacenza, la specifica relativa ad un certo numero di giorni di franchigia. Quest’ultima può riguardare solo le spese di riconsegna, oppure solo il costo relativo alla sosta in magazzino o meglio ancora tutti i costi relativi a questa onerosa voce giacenza (dossier, riconsegna, sosta).
I giorni di franchigia sono di fatto una soglia, entro la quale il cliente non pagherà quel costo di   giacenza a cui fanno riferimento. 
 

Ad esempio: se il fornitore inserisce una franchigia di 3 giorni su tutte le spese generate dalla giacenza, significa che tu cliente hai praticamente 3 giorni a disposizione per riscontrare il corriere e quindi sbloccare la giacenza stessa. 
Se riesci a far questo, non pagherai alcun euro di spese di giacenza, riconsegna e sosta. 

Attenzione: anche in questo caso il fornitore considera il sabato e la domenica, per cui se la tua spedizione finisce in giacenza il venerdì, di fatto vedi “bruciare” 2 dei 3 giorni di franchigia previsti,      avendo cosi a disposizione solo 1 giorno per le tue verifiche e per sbloccare la giacenza.

Auspico che questa dettagliata spiegazione, di come solitamente il costo delle giacenze viene proposto dai fornitori di trasporto alla propria clientela, ti abbia stuzzicato qualche idea di intervento rispetto alla tua attuale condizione. 

Prima di giungere alle conclusioni, aggiungo di seguito un ulteriore elemento che ti invito a valutare attentamente; in questo modo avrai un quadro completo dell’argomento e una visione d’insieme ancor più chiara.

Ecco un caso di giacenza che richiede un pizzico di accortezza e consapevolezza.  

L’ esempio tipico è la spedizione che “finisce” in giacenza in seguito ad una serie di tentativi di consegna da parte dell’autista.

Faccio riferimento quindi ad una condizione nella quale l’indirizzo di consegna risulta corretto e non ci sono anomalie di altra natura.

In questa circostanza, per altro piuttosto frequente, è fondamentale aver ben chiaro alcuni meccanismi chiave: 

1°- il numero di tentativi di consegna varia da fornitore a fornitore. Mediamente i corrieri effettuano 2 tentativi di consegna e la sera del secondo giorno, se la spedizione non è stata consegnata, questa viene posta in giacenza.

Altri fornitori effettuano 1 solo tentativo di consegna e poi procedono con l’immediata apertura di giacenza.

Altri ancora, effettuano 2 tentativi di consegna ma ti fanno pagare il costo della seconda uscita, attraverso l’applicazione di una voce di costo aggiuntiva che viene solitamente denominata “lasciato avviso”.

2°- i motivi più frequenti per i quali il corriere non consegna la merce a destino, nonostante l’indirizzo corretto, sono per lasciato avviso o per il verificarsi di qualche impedimento. 
Il lasciato avviso si verifica quando il destinatario non risulta in casa, in azienda, in negozio. 
L’impedimento si può verificare per svariati eventi, tutti però riconducibili all’organizzazione del fornitore. Ad esempio: troppe spedizioni da consegnare nella giornata, incidenti, ritardo nell’uscita dal magazzino e quindi minor tempo per consegnare, eventi naturali come neve, ghiaccio, oppure la rottura del mezzo, un malessere dell’autista etc…)

Tra i due è questo 2° punto che deve metterti in allerta.

  • Sei certo che i “lasciati avviso” indicati dal fornitore siano tutti veritieri?
  • Sono davvero tutti eventi nei quali l’autista si è recato fisicamente sul luogo di consegna, ha verificato con attenzione e magari un minimo di attesa la presenza del destinatario?
  • E’ sfrecciato senza nemmeno passare davanti alla destinazione, giustificando abilmente la sua mancata consegna con un lasciato avviso?
  • O peggio ancora ha lasciato il biglietto di avviso di passaggio senza nemmeno suonare il campanello?
  • Se la spedizione finisce in giacenza per cause legate agli impedimenti del corriere è giusto che tu paghi la giacenza?

Conosco troppo bene questo mondo per pensare che le responsabilità siano tutte riconducibili agli autisti o ancor di più per etichettare questa categoria di lavoratori come poco professionale, escludendo dal ragionamento l’organizzazione del fornitore quindi l’azienda a cui tu ti sei appoggiato con la firma del contratto.

Tuttavia non posso dimenticare l’obiettivo di questo mio articolo, che è quello di presentarti una fotografia della realtà quotidiana e permetterti di avere un’idea ben precisa delle qualità del servizio che può esserti fornito, ma soprattutto dei costi che potresti dover sostenere.

Il problema infatti risiede in questi due aspetti ossia qualità e costi.

Se il fornitore non opera con coscienza, rispetto o qualità, non solo non verranno soddisfatte le tempistiche di consegna che tu hai pagato, ma non verranno rispettati gli impegni presi con i tuoi clienti.

Ti troverai quindi a dover sostenere costi di assistenza dovuti alle insistenti chiamate del tuo cliente per conoscere lo stato di consegna della sua merce, ai quali si aggiungeranno gli oneri legati alle giacenze.

Prova a riflettere sulle conseguenze causate da uno o più lasciati avviso “fasulli”.

Costi di giacenza che dovrai pagare, tempo impiegato per le indagini del caso, ritardo rispetto agli impegni presi con il tuo destinatario, clienti insoddisfatti, rischio di rottura della merce o dell’imballo in seguito al numeroso andirivieni etc…

Per concludere quali sono i consigli o le riflessioni che ti propongo di valutare?

PRIMO:
Accettare una proposta tariffaria che annoveri un “pacchetto” articolato di costi legati alla voce “giacenza”, non lo trovo in linea con gli interessi economici della tua azienda. Faccio riferimento a tutte le onerose voci che vengono riportate quali dossier, spese di riconsegna, spese di sosta, minimo di sosta ed infine il RPV. 

Ritengo infatti che l’importo totale derivante dalla somma di tutte queste voci di costo, superi ampiamente i costi operativi e amministrativi che il fornitore deve sostenere per la gestione della giacenza.

È fuor di dubbio infatti che per il fornitore questo sia un reale costo che in qualche maniera dovrà giustamente ribaltare sui clienti, ma ciò a mio avviso deve essere fatto attribuendone un valore congruo.

Il consiglio che ti invito a valutare è quello di accettare la sola voce di costo giacenza o dossier. Quest’ultima concettualmente ingloberà al suo interno l’intera gestione amministrativa e operativa del fornitore, compresa quindi la sosta ed il suo eventuale minimo.

Non è nel tuo interesse lasciare la merce del vostro cliente a “marcire” nel magazzino del corriere, per cui il fornitore non deve – a mio modo di vedere – preoccuparsi per un eventuale quanto imprevisto ed elevato costo di sosta.

Una spesa dossier di 10-12 euro potrebbe essere una cifra adeguata.

SECONDO:
La riconsegna in città o in provincia risulta essere una spesa oggettivamente molto rilevante.

Dobbiamo riconoscere il fatto che per il fornitore questa ulteriore consegna è un costo che lo stesso deve sostenere; tuttavia, come nel punto precedente, l’importo deve essere equo.

Un prezzo di riconsegna di 3-3,5 euro è una cifra adeguata e sufficiente al fornitore per pagare in piena regola gli impegni presi verso l’autista o la società che lo gestisce (chiaramente questo costo deve essere rivalutato per merce molto pesante e voluminosa).

Il miglior risultato che puoi raggiungere è quello ovviamente di riuscire a trattarne l’eliminazione, ma un buon esito della trattativa può anche essere quello di farti inglobare questo costo di riconsegna all’interno della voce dossier.

In quest’ultimo caso l’incidenza economica non cambia, però questo accorgimento ti consentirebbe un miglior controllo delle tariffe, delle fatture e dei costi.

TERZO:
Il RPV nelle giacenze, cosi come nelle tariffe di trasporto, può aggravare pesantemente e spesso in maniera incontrollata i tuoi costi.

La prima cosa che ti invito a fare è quella di equiparare il RPV delle giacenze a quello delle tariffe.

Se la tua proposta riporta per esempio un RPV sulle tariffe di trasporto pari a 1/250, fai in modo che questo valore sia lo stesso anche nella voce giacenze, in modo che la tua quotazione per lo meno risulti avere un filo logico e ti faciliti il calcolo.

Se non hai il RPV sulle tariffe di trasporto, tratta con il tuo fornitore l’eliminazione di questo parametro anche dalla voce giacenze.

QUARTO e forse il più importante:
Concentra la tua spinta negoziale sull’inserimento in tariffa di una franchigia, meglio se di 4gg.

Per ottenere questo potresti anche accettare tutti i costi che il fornitore decide di inserirti nella voce giacenza, perché raggiungere questo obiettivo per te significa abbattere un onere che grava pesantemente sui costi della tua azienda.

Conseguire un risultato di 4gg di franchigia significa aver a disposizione un numero consistente di gg lavorativi per poter riscontrare il tuo fornitore, senza dover sostenere alcuna spesa; per di più bypassando anche il nodo legato al sabato e la domenica.

Credo che tu convenga con me sul fatto che in caso di superamento di questo limite, risulta giustificato il riconoscimento di quanto stabilito dal piano tariffario concordato con il fornitore. 

QUINTO:
E’ importante che tu e la tua azienda riusciate a trovare il modo per monitorare ogni giacenza che vi viene comunicata, verificando per ciascuna la correttezza delle motivazioni indicate dal fornitore.

In questo caso mi risulta difficile fornirti un consiglio su come agire.

Per quanto mi siano molto chiare le azioni che sarebbe necessario mettere in atto, non conoscendo la tua realtà non ho gli strumenti per consigliarti quelle a voi più idonee per raggiungere questo scopo.

Ne possiamo però parlare in una videochiamata Skype, tramite il mio servizio Saperespresso.

Ricorda che monitorare scrupolosamente le giacenze è fondamentale anche nel caso in cui tu sia riuscito ad ottenere la franchigia sui costi.

Quest’ultima infatti ti consentirà semmai di risolvere il problema economico ma non ti aiuterà per quanto concerne la qualità e la tempistica di consegna offerta dal fornitore.

Non dimenticare che il tuo destinatario è in trepidante attesa della tua merce e tu non puoi permetterti di non rispettare gli impegni presi.

Il controllo sulla veridicità delle giacenze ti permette di agire sul fornitore, affinché quest’ultimo elevi il livello di attenzione e intervenga ove necessario per apportare le dovute migliorie.

Questa analisi peraltro ti permetterà, in assenza di franchigia, di richiedere uno storno delle spese per tutte quelle giacenze non imputabili a te o al tuo destinatario.

La scelta del fornitore non può essere conseguenza solo di una valutazione economica delle tariffe, ma deve esser necessariamente anche il risultato di un riscontro quotidiano sulla qualità del servizio offerto.

 

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