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Accade raramente che il rapporto peso volume sia motivo di confronto in fase di negoziazione.
Essendo di solito ben esposto nelle quotazioni che i corrieri presentano ai clienti, spesso non viene presa nemmeno in considerazione l’idea di trattare questo coefficiente.

Sono fortemente convinto che non contrattare il valore di questo fattore o la sua presenza in tariffa, sia l’errore più grave che può commettere chi ha il compito di difendere l’utile aziendale dall’incidenza dei costi di trasporto.

Ecco perché ritengo sia fondamentale approfondire questo argomento.

Con questo articolo il mio impegno sarà quello di:

  • spiegarti come nasce questo coefficiente,
  • qual è il suo significato,
  • la sua applicazione,
  • i rischi che porta in seno ai tuoi costi
  • fornirti 3 consigli utili su come gestire al meglio questa variabile spesso impazzita e incontrollabile che fa lievitare esponenzialmente la tua spesa trasporti.

Come sai, Farsi Strada ha tra i suoi obiettivi quello di trasferire gli strumenti e le competenze, alle figure professionali che come te, lavorano all’interno dell’azienda e per fa ciò non possiamo pensare di parlare di questo argomento, senza entrare anche in merito alla storia e alla definizione del rapporto peso volume.

Per diventare leader sicuri e competenti, come sostengo nel mio sito, è importante immagazzinare anche queste informazioni, che vedrete vi saranno prima o dopo molto utili.

Come nasce il rapporto peso volume?

Deriva dall’esigenza del comparto logistica e trasporti.
Identifica un parametro standard che consente di individuare i costi della singola spedizione e determinarne pertanto i prezzi di vendita alla clientela.

Ti faccio un esempio:

Immagina di poter scegliere tra il percepire un compenso di €2 a kg per trasportare 10 sacchi di sabbia oppure lo stesso corrispettivo per trasportare 10 sacchi di piume.
Quale ti converrebbe trasportare?
Quale trasporto ti porterebbe a guadagnare di più?
Quello con i 10 sacchi di sabbia o quello con i 10 sacchi di piume?
Ovviamente il primo, ossia la sabbia.

Con questo banale esempio, voglio farti comprendere come il settore della logistica e del trasporto non possa strutturare i propri costi e i prezzi di vendita sulla base del solo peso reale della merce, altrimenti rischierebbe di riempire i mezzi di tanta merce voluminosa e poco pesante, incassando una cifra insufficiente per gestire la propria attività. In alternativa dovrebbe accettare solo prodotti pesanti e poco voluminosi, ma a quel punto chi sarebbe disposto a trasportare il resto della merce di cui necessita il mercato? 

I trasportatori devono quindi contemplare entrambe le misure, peso e volume, per poter ottenere quel parametro che consente di riequilibrare le situazioni più sfavorevoli al trasporto.

Qual è il significato del rapporto peso volume?

Lo si intuisce dalle parole stesse.
Rapporto peso volume (detto anche RPV) è un coefficiente che rappresenta la relazione tra il peso della merce e il volume che questa occupa. Il tutto è espresso in kg/m3.

Per convenzione il RPV nel :

  • trasporto di container marittimi è pari a                     1m3= 1.000 kg
  • trasporto su camion è pari a                                      1m3=    333 kg
  • trasporto via aerea è pari a                                        1m3=    167 kg

Nel settore del trasporto su strada le quotazioni che solitamente vengono proposte ai clienti, riportano un RPV massimo pari a 1/300kg, così come quello del servizio via aerea non supera il valore 1/167.

Qual è la sua applicazione?

È importante prima precisare che i corrieri fatturano il peso più alto tra il peso reale della merce (ossia il suo peso effettivo) e il peso volumetrico, detto anche tassabile.

Certamente conosci il peso reale della tua merce, ma non il suo peso tassabile. Per questo lo calcoliamo.

Ci sono due modi per ottenere il peso tassabile: uno, diciamo così, tecnico-accademico, nel quale si esprimono tutti i passaggi, e uno più immediato grazie ad una semplice formula.

Il metodo tecnico-accademico:
Nel metodo tecnico-accademico si calcola prima il volume reale della merce e lo si fa nel seguente modo:

Es: abbiamo un pacco con le dimensioni 50cmx30cmx40cm

  • La formula per ottenere il volume reale sarà 50x30x40/1.000.000 = 0,06 metri cubi
  • L’alternativa è quella di considerare le dimensioni in metri e non in centimetri per cui in quel caso la formula sarà 0,5×0,3×0,4= 0,06 metri cubi
  • Ottenuto il volume reale della merce procediamo con il calcolo del peso tassabile anche detto volumetrico.
  • Ipotizziamo che il tuo pacco di 50cmx30cmx40cm abbia un peso reale quindi da bilancia di 10kg
  • Supponiamo infine che il tuo fornitore abbia indicato sulla sua offerta un RPV 250 (1/250) ossia 250kg per metro cubo.

Riassumendo

  • Peso reale = 10kg
  • Volume reale = 0,06 metri cubi ottenuto con l’esempio precedente
  • RPV proposto = 250

Quindi, moltiplichiamo ora il volume reale per il RPV in tariffa, ottenendo così il peso tassabile:
0,06X250= 15kg peso tassabile/volumetrico

Questo significa che il tuo pacco di 10kg non verrà tassato per 10kg ma verrà tassato per 15kg, perché il corriere considera il valore più alto tra il peso reale e quello tassabile.
Viceversa se il tuo peso tassabile fosse risultato 6kg (in virtù di una ridotta dimensione del collo oppure di un basso RPV), allora il corriere avrebbe considerato i tuoi 10kg reali. 

Abbiamo visto il metodo che io ho chiamato volgarmente tecnico-accademico, ora vediamo l’altro sistema.

Il metodo veloce:
Spesso utilizzato per il servizio aereo, ma funziona benissimo anche per il via camion, prevede l’utilizzo di una formula con un coefficiente numerico ben definito.

Per il RPV 250 il coefficiente è 4.000.

Mantenendo quindi l’esempio di prima 1 collo 50x30x40 la formula sarà la seguente:
50x30x40/4000= 15kg
Come vedi, con questa veloce formula abbiamo eliminato un passaggio, ossia quello del calcolo del volume reale.

Attenzione perché in questa formula le dimensioni devono essere espresse in centimetri e non in metri.

Ogni rapporto peso volume ha il suo coefficiente; di seguito ti indico i più frequenti:

RPV 100 kg per metro cubo = coefficiente 10.000
RPV 166 kg per metro cubo = coefficiente   6.000
RPV 200 kg per metro cubo = coefficiente   5.000
RPV 250 kg per metro cubo = coefficiente   4.000
RPV 300 kg per metro cubo = coefficiente   3.333

Tutto il ragionamento, fino ad ora, è stato improntato sull’esempio di un collo.

Ma se la tua spedizione fosse composta da più colli?

In questa situazione, devi considerare il peso e il volume dell’intera spedizione, quindi devi calcolare prima il peso, poi il volume di ogni singolo collo e poi sommare i valori, per ottenere così il peso e il volume complessivo.

Ottenuti questi 2 valori, sei in grado di calcolarti il peso tassabile come sopra indicato.

Quali sono i rischi che il RPV porta in seno ai tuoi costi?

Ne evidenzio 2 che più di altri, a mio avviso, possono inficiare significativamente i tuoi costi:

  1. non aver tempo, non aver voglia, non capire, non avere le risorse adatte e fidarsi
  2. non aver ben chiaro che i listini che presentano il RPV possono essere completamente travisati

Nel primo caso, se tu o la tua azienda non ponete la giusta attenzione e tempo a questo aspetto, lasciate campo aperto al corriere. Quest’ultimo, a quel punto è in grado di fatturare un valore di peso a suo piacimento. L’atteggiamento della società di trasporto può essere frutto di una discutibile etica professionale o magari semplicemente di una scarsa organizzazione interna, dovuta ad esempio all’incapacità di rilevare con precisione, pesi e volumi, tramite apparecchiature certificate.

Attenzione, perché non è necessario che il trasportatore indichi in fattura pesi enormemente differenti dal dovuto, per poterti arrecare un enorme danno economico; possono infatti esser sufficienti pochi kg in più, per portare al “salto dello scaglione” e quindi all’applicazione del prezzo più alto.

Nel secondo caso, invece, non devi mai basare le tue valutazioni sulla prima “facciata” della tariffa proposta. Questo perché la presenza del rapporto peso volume, può alterare le tue stime trasformando un apparente “buon accordo” in un vero e proprio “disastro economico”.

3 consigli per gestire al meglio questa variabile

  1. Devi sempre considerare il rapporto peso volume (RPV), come la base su cui effettuare le tue analisi dei costi di trasporto.
    Stiamo parlando dell’ABC, delle fondamenta, senza le quali la competenza della figura incaricata di questo compito (e soprattutto l’efficacia della sua azione) vengono assolutamente meno.
    La prima azione, quindi che deve essere attuata se vuoi agire sui costi di trasporto, è evidenziare e considerare il rapporto peso volume nelle tue analisi e proiezioni sui costi di trasporto.
    La scelta del tuo trasportatore passa anche da questa valutazione.
    Nessun’altra voce può stravolgere i tuoi costi tanto quanto questa.
     
  2. La gestione del controllo è il secondo punto da non sottovalutare.
    Pochissime imprese hanno un sistema meticoloso che incrocia i pesi e volumi rilevati in azienda con quelli fatturati dal corriere.
    Questo può capitare perché:
    • non hanno rilevato a monte questi valori quindi non hanno un’idea precisa dei pesi e volumi dei propri prodotti e imballi
    • non hanno un sistema informatico in grado di incrociare, prima il peso da loro indicato con quello fatturato e poi di confrontare il valore fatturato con la tariffa concordata. (in merito a questo punto, ricordo che l’App di Farsi Strada invece lo consente ed è disponibile per i clienti)
    • hanno semplicemente sottovalutato l’impatto.

      Attenzione, nel rapporto con il tuo fornitore la stima, il rispetto, la fiducia non possono sostituirsi alla tua azione e al tuo controllo.
      La modalità di applicazione di questa verifica dipende dall’organizzazione di ogni singola impresa e quindi va ridefinita caso per caso.
       
  3. Non è assolutamente obbligatorio accettare una proposta tariffaria con un rapporto peso volume.
    Per far ciò ti consiglio quindi due strade:
    • Chiedere una tariffa senza rapporto peso volume.
      Ti assicuro che il corriere è assolutamente in grado di produrre una tariffa senza questo coefficiente. Se si rifiutasse, adducendo spiegazioni anche apparentemente sensate, nulla ti vieterebbe di cercare chi è in grado di soddisfare la tua richiesta.
      Seguendo questo consiglio, ti troveresti una tariffa “pulita” (ossia priva di questa fastidiosa incognita che è per l’appunto il RPV) e non dovresti fare alcun calcolo complesso per capire a quanto ammonta la tua spesa trasporti per singola spedizione. Inoltre, chiedendo una tariffa senza rapporto peso volume, potresti fare un confronto tra le tariffe più facile e immediato. 
      Infine, una precisazione importante, se il fornitore ti trasmette una tariffa senza RPV, ti troveresti a constatare cifre apparentemente più alte, rispetto ad una tariffa con questo coefficiente, però ricorda che queste sarebbero cifre reali, poiché non camuffate dal rapporto peso volume che può far apparire le tariffe, ben più basse della realtà.
       
    • Chiedere il più basso coefficiente possibile.
      Nel caso in cui ti trovassi dinnanzi ad un corriere che dichiara di non essere in grado di accontentare la tua richiesta, e tu in qualche modo non hai tempo, la voglia, la forza di negoziare o di cambiare interlocutore, allora il mio consiglio è quello di scegliere il male minore.
      Accetta a quel punto il RPV più basso possibile, presente sul mercato, ossia 1/100.
      Questo potrebbe incidere sui tuoi costi ma la volatilità del prezzo sarebbe comunque contenuta. 
 

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